martedì 9 ottobre 2012

Le Primarie del Partito Democratico

Tanto per tenervi aggiornarti come, all'interno di un partito, si possa esercitare la democrazia, riceviamo e pubblichiamo la lettera pervenutaci dal Segretario Provinciale del PD Verona. Abbiamo sentito nelle cronache degli ultimi giorni che c'è stata un po' di "burrasca" su come dovevano esser fatte le primarie, ma ora tutto sembra aver trovato un accomodamento.
Il sistema non sarà certo uno dei più perfetti, ma è certo che nel Partito Democratico, c'è sempre una possibilità di scelta.


AGLI ISCRITTI

Cari tutti,
l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico riunitasi il 6 ottobre ha stabilito la possibilità di iscritti al PD di candidarsi alle primarie, oltre al Segretario nazionale.
Le candidature devono essere sottoscritte da almeno il 10% dei componenti dell’Assemblea o da almeno 3% del numero degli iscritti regolarmente registrati nell’anagrafe del 2011. Possono sottoscrivere la candidatura tutti gli iscritti nel 2011 che abbiano rinnovato l’iscrizione al momento della sottoscrizione della candidatura e tutti i nuovi iscritti per l’anno 2012, di cui non più di 3000 in ogni Regione.
I moduli per la sottoscrizione sono disponibili sul sito www.partitodemocratico.it.
Qualora nessun candidato raggiunga al primo turno il 50% più uno dei voti, è previsto un turno di ballottaggio tra i primi due candidati, da svolgersi a una settimana di distanza dal primo turno.
La partecipazione alle primarie è aperta a tutte le elettrici e gli elettori che dichiarano di riconoscersi nel Manifesto politico dell’Alleanza e si impegnano a sostenere l’Alleanza alle elezioni politiche del 2013, sottoscrivendo un appello pubblico per il successo dell’Alleanza stessa ed iscrivendosi all’Albo delle sue elettrici ed elettori. L’iscrizione all’Albo potrà avvenire dal 21° giorno precedente la data delle primarie fino al giorno del voto.
L’Albo sarà consultabile e la campagna per le primarie deve ispirarsi a criteri di sobrietà e trasparenza e di rispetto reciproco tra i candidati.

Buone primarie a tutti
Vincenzo D’Arienzo
Segretario provinciale PD Verona

venerdì 5 ottobre 2012

La Bufala dei 18 Comuni Veronesi aggregati a Rovigo

Mentre la Regione decide di non decidere, qualche giorno fa si era sparsa la voce che alcuni comuni del Basso Veronese venissero aggregati alla Provincia di Rovigo così che questa raggiungesse la massa critica per non venir tagliata.

Anche a Villa Bartolomea si è fatto un Consiglio Comunale d'urgenza nel quale maggioranza e opposizione hanno manifestato la loro contrarietà all'iniziativa.

A quanto sembra, si è cercato solo di far confusione per cercar di nascondere l'incapacità di prendere una decisione chiara da parte della Giunta regionale che, incapace di assumersi le sue responsabilità, finirà per lasciare che siano i tecnici di Roma a prendere le decisioni (...e meno male che questi sono i campioni del federalismo).

Per chiarirvi meglio la questione, eccovi la lettera inviataci da Franco Bonfante, Vicepresidente Consiglio Regionale del Veneto e noto esponente del Partito Democratico.


LA BUFALA DEI 18 COMUNI VERONESI AGGREGATI ALLA PROVINCIA DI ROVIGO
Uno dei tanti discorsi sentiti in questi giorni riguarda il presunto assorbimento di 18 comuni veronesi e 35 padovani alla Provincia di Rovigo.
I 18 Consigli comunali veronesi convocati in fretta e furia su input del Presidente della Provincia Miozzi si traducono in un’inutile perdita di tempo.
La verità è che fra le 4 ipotesi pervenute sul tavolo della Conferenza Regione – Autonomie Locali non vi è traccia dell’allargamento di Rovigo...
Tuttavia, poiché i Consigli comunali sono già stati convocati, potrebbe essere un’occasione per esprimere perplessità e contrarietà alla proposta uscita dalla Conferenza che lascia tutto come prima (6 province più la città metropolitana di Venezia: ipotesi 3) violando i principi della legge nazionale, che pur tra carenze e contradditorietà riduce il numero delle Province e le conseguenti spese: un piccolo passo verso la necessaria riforma dello Stato e delle Autonomie locali.
La Giunta regionale sbaglia ad attestarsi su una posizione di retroguardia che lascia tutto inalterato, ben sapendo che il governo non potrà accettarla.
Il Consiglio regionale entro il 23 ottobre deve riunirsi proprio per presentare al governo la proposta di riordino delle province venete.
Ci aspettavamo che il Presidente della Provincia di Verona intervenisse con una proposta concreta e non corresse dietro alle richieste di qualche comune rodigino che, sin da subito, si sapeva essere irrealizzabile, anzi irricevibile.
Nel frattempo i Consigli comunali votino pure a favore delle mozioni che prevedono il rifiuto all’aggregazione dei comuni veronesi con la Provincia di Rovigo: così poi si potrà tornare a discutere di cose serie.


Se vuoi ancora approfondire, leggi qui