venerdì 27 maggio 2011

Villa in Fiore: tanto per essere chiari

Oggi ritorniamo, speriamo per l'ultima volta, sull'increscioso episodio del fantomatico ( ma quanti aggettivi! ) comitato Villa in Fiore: di seguito, riportiamo quanto scritto sul bollettino del PD di Villa Bartolomea "Specchio Democratico" che tra breve vi verrà consegnato a casa.

SE SON FIORI FIORIRANNO, SE SON CACHI...
Negli ultimi tempi nel nostro paese è girato un volantino, firmato dal fantomatico comitato “Villa in Fiore”, carico di accuse rivolte contro l’amministrazione, o, più precisamente, contro il sindaco Bersan e il vicesindaco Faggion. Vien da chiedersi se gli altri nomi siano stati omessi per “ingenua dimenticanza” o siano stati cancellati di proposito…a pensar male si sbaglia, ma talvolta ci s’indovina.

Intendiamoci: non siamo i fan numero uno di questa amministrazione e pensiamo che chi ha letto qui sopra l’abbia capito bene, ma un conto è la critica politica, un conto è l’attacco personale, ingiustificato, offensivo.

Noi riteniamo semplicemente che chi mette a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze, per quanto limitate esse siano, a servizio degli altri, meriti di vedere riconosciuto il proprio impegno.

Chi invece è capace solo di insultare nascondendosi nell’anonimato, merita solo la nostra condanna e il nostro disprezzo.

Se veramente questo comitato “Villa in Fiore” ha a cuore il proprio paese, non sprechi energie in inutili volantini ma metta in campo le proprie idee (se ne ha) per migliorare la vita della comunità.

martedì 24 maggio 2011

Come guadagnare € 200.000 in 10 mosse

Una brillante lezione tratta da "Specchio Democratico" di maggio 2011 che sarà prossimamente distribuito ai cittadini del Comune di Villa Bartolomea:

1. Costituire una società di intermediazione. Basta anche un piccolo investimento: 2.500€ di capitale versato possono andare bene. Più un po’ di marche da bollo per l’iscrizione alla camera di commercio.

2. Cercare qualche piccolo comune della provincia di Verona che abbia una grande zona industriale da vendere e un’amministrazione poco lungimirante.

3. Assicurarsi che ci siano alcune trattative già in corso e che il comune stia per assegnare alcuni lotti, per esempio a ditte che operano nel campo delle energie.

4. Chiedere l’assegnazione di “tutti i lotti residui”, restando magari sul vago, ma mettendo tutto nero su bianco con la firma di qualche assessore particolarmente vispo.

5. Versare un acconto a titolo di impegno. Non serve tanto: per una zona industriale del valore di 8.400.000 € potrebbero bastare ad esempio 20.000 € in tutto (cifre ipotetiche).

6. Aspettare che i lotti in precedenza promessi ad altre ditte vengano effettivamente assegnati.

7. Citare il comune in giudizio, sostenendo di avere diritto di ottenere gli stessi lotti appena assegnati. Meglio gonfiare la stima dei danni; ad esempio, 12 milioni di € potrebbero essere sufficienti ad intimorire l’amministrazione.

8. Attendere che la causa si protragga per un paio di anni, tenendo bloccati i terreni e facendo salire gli interessi che il comune deve pagare alla banca finanziatrice del mutuo.

9. Quando il comune, dopo aver pagato una valanga di interessi (1.300.000 € possono bastare), si trova con l’acqua alla gola, proporre di rinunciare ai lotti siglando un accordo transattivo.

10. È fatta! Il comune sarà disposto a versare almeno 200.000 € per chiudere la partita, sbloccare i terreni e smetterla di pagare gli interessi!

Vi sembra una storiella ironica e surreale? Eppure vi assicuriamo che a Villa Bartolomea è successo più o meno così! Con delibera di giunta 142 del 16/12/2010 infatti, dopo due anni di causa, l’amministrazione comunale ha deciso di siglare un accordo transattivo con la FC Consulting, sborsando la cifra di 200.000€ pur di rimediare al pasticcio fatto quando aveva assegnato gli stessi terreni a due ditte diverse!

Facciamo i nostri complimenti al sindaco e a tutta l’amministrazione, per essere riusciti a superare nella realtà la nostra fantasia...

lunedì 23 maggio 2011

Solidarietà ai lavoratori della Sicar

Nei prossimi giorni verrà distribuito nelle famiglie del comune di Villa Bartolomea il nuovo numero di Specchio Democratico, essendo il bollettino sempre ricco di argomenti e notizie, ve lo rimbalziamo volentieri in questo blog. Iniziamo con un piccolo sostegno morale ai lavoratori della Sicar che, tra le realtà del nostro territorio, sono quelli che forse sentono di più gli effetti di questa crisi.

Da Specchio Democratico maggio 2011

Cari cittadini, la grave crisi economica che ha investito l’economia globale tra il 2008 e il 2009 sta facendo sentire i suoi devastanti effetti anche nel nostro comune. Sono decine le famiglie che , anche a Villa Bartolomea, vivono momenti di incertezza economica e non vedono solide prospettive per il futuro.
Tra le aziende del nostro territorio che vivono momenti di difficoltà, oramai quasi croniche, c’è la Sicar (ex SMV) azienda storica del nostro paese che impiega circa una sessantina di dipendenti.

Alle difficoltà incontrate nel 2010, con lunghi periodi di cassa integrazione e attese interminabili per gli stipendi arretrati si aggiungono ora difficoltà dello stesso tipo anche per l’inizio del 2011. Nella speranza che la situazione si sistemi al più presto, e che la proprietà riesca a far assumere all’azienda un assetto stabile ,non possiamo che solidarizzare con i dipendenti e le loro famiglie.

Due problemi fondamentali attanagliano comunque il lavoro italiano: la precarietà ed il bassissimo tasso di occupazione delle donne e dei giovani. la profonda crisi in corso ha pesantemente aggravato i mali storici del nostro paese : quasi 700.000 occupati in meno da Aprile 2008 ad oggi. Un milione di lavoratori in cassa integrazione nel 2010.
Soffrono, in particolare i giovani per i quali il tasso di disoccupazione si è impennato di oltre 7 punti percentuale ( 28%). Alle categorie escluse dal mercato del lavoro, si sono aggiunti negli ultimi mesi anche gli ultracinquantenni di tutte le qualifiche.

Speriamo non solo che la situazione economica migliori ma anche che le Istituzioni facciano al meglio il loro lavoro per ridare fiducia e speranza a questo paese.

sabato 21 maggio 2011

L'acqua fa gola - Parte Terza

I privati faranno pagare di più l'acqua?
A dire il vero i dati empirici sono per ora pochi. E' certo che gli affidamenti degli Ato ad aziende miste o private che hanno promesso più investimenti hanno comportato un balzo secco della bolletta. Dal 2002 ad oggi siamo al 65% in più di media. Gli abitanti di Toscana (462 euro di spesa l'anno), Umbria (412), Emilia (383) e Liguria (367) - le regioni dove il processo di privatizzazione è più avanti - sono quelli che scontano prezzi più elevato (i lombardi, per dire, spendono 104 euro).
La spiegazione sembra stare nel fatto che dove l'acqua costa di più, ci sono anche maggiori investimenti per la manutenzione degli impianti ma non sempre è così: "Ad Agrigento c'è la bolletta più alta del paese e l'acqua arriva due volte la settimana e solo in due terzi della città - dice Bersani - . Salvo poi scoprire che il gestore privato Girgenti Acque ne vende un bel po' a Coca Cola per fare una bevanda gassata". A Latina - dove il Comune è affiancato da Veolia - i costi sono schizzati "tra il 300 e il 3000%" calcola Bersani e 700 famiglie si autoriducono ogni mese la bolletta pagando il giusto (dicono loro) al Comune.
Quello che maggiormente ci preoccupa è però il business internazionale che si sta creando attorno al mercato dell'acqua, lo scorso 10 maggio la Nestlè ha proposto di far entrare l'acqua nelle quotazioni di Wall Street come ora accade con il petrolio ed il grano.

Vi basta solo questo per capire perchè POCHI vogliono privatizzare l'acqua di TUTTI.

Il 12 e il 13 giungo avete la possibilità di tagliare gli artigli di questi avvoltoi: non sprecatela.

giovedì 19 maggio 2011

L'acqua fa gola - Parte Seconda

In pratica cosa cambierà a fine 2011 (Se non vincono i referendum)?
Il Decreto Ronchi farà decadere tutti gli affidamenti alle società interne, a meno che non si apra il capitale per almeno il 40% a un socio privato. Le municipalizzate potranno invece conservare la gestione solo se la quota pubblica del loro capitale scenderà sotto il 40% a giugno 2013 e sotto il 30% a fine 2015.
L'identikit dei concorrenti a questa corsa all'ORO BLU è già abbastanza chiaro. Anche perché molti di loro hanno già messo uno zampino nel mercato idrico nazionale e si stanno organizzando da tempo per la grande partita della privatizzazione. A parte il business della gestione delle acque, che comunque sarà regolamentato, il boccone più grosso sono gli investimenti necessari per tappare le falle degli acquedotti nazionale: una torta gigantesca da 64,1 miliardi nell'arco dei prossimi 30 anni (compresi interventi su fogne e impianti di depurazione), che fa gola anche ai costruttori.
Chi pagherà gli investimenti alla rete idrica?
Secondo il Censis, per il 14%, saranno aiuti pubblici a fondo perduto. Per il resto saranno finanziati con le bollette. L'aumento necessario tra il 2010 e il 2020 - calcola Utilitatis - sarebbe del 18%. Un bel giro di soldini che ha già attirato diversi pretendenti al business dell'acqua privata.
Meglio per l'utente un gestore pubblico o privato?

L'esperienza degli ultimi anni non aiuta certo a sciogliere questo dubbio.Ci sono amministrazioni pubbliche più che efficienti ed economiche ( ad esempio Milano) e altre con bilanci e acquedotti che fanno acqua in tutti i sensi. I privati hanno spesso prezzi più alti ma in media tendono a garantire più servizi e investimenti.
Si è comunque notato che in mancaza di un'authority seria che regoli il settore, i privati tendono a sottrarsi a nuovi investimenti, a meno che non ci siano finanziamenti da parte pubblica, ovviamente.

Nel prossimo post, cercheremo di rispondere alla domanda: se entrano i privati, aumenteranno le tariffe?

lunedì 16 maggio 2011

L'Acqua fa gola - parte prima.

E' tempo di parlare dei due refendum ACQUA BENE COMUNE.
E' notizia di questi giorni che il plenipotenziario all'economia Giulio Tremonti ha intenzione di inserire nel decreto legge per lo Sviluppo Economico un provvedimento istitutivo dell'Autorità per l'acqua. È palese il tentativo di depotenziare i referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici del prossimo giugno.
I comitati promomotori dei due referendum arrivano persino a dire che si tratta di "una farsa ideata al solo scopo di delegittimare il voto popolare.
Noi ci troviamo in sintonia con questo punto di vista, ma voi che ne pensate? Meglio ancora, vi siete fatti delle idee sul soggetto dei due referendum denominati ACQUA BENE COMUNE?
Niente paura, cercheremo in questo blog di chiarirvi un po' le idee, sperando di riuscirci.
Per non annoiarvi troppo, in questo primo post cercheremo di fotografare la situazione attuale della rete idrica italiana.

Secondo il decreto Ronchi (la legge che regola il settore) entro dicembre 2011 gli enti locali dovranno aprire una volta per tutte ai privati il mercato dell'acqua. Mantenendo la proprietà dell'acqua ma affidandone a terzi la gestione industriale. Questo accadrebbe però se non vincessero i referendum.

Fino a pochi mesi fa il "mercato dell'acqua" era regolato dalla legge Galli risalente a metà degli anni '90. La legge Galli, in pratica disegnava un'Italia dell'acqua "federale" divisa in 92 Ambiti territoriali ottimali (Ato) pubblici che dopo aver steso un programma di interventi necessari per migliorare la rete dovevano riaffidare il servizio. Si trattò di una piccola rivoluzione accompagnata dal passaggio da un sistema tariffario rigido (regolato dal Cipe per tutto il paese) a una tariffa reale media in grado di coprire gli investimenti e un rendimento garantito al gestore (il 7%). Con un tetto di incremento annuo per i prezzi al consumo fissato comunque al 5%.
Per la legge Galli però non tutto è andato per il verso giusto, a 15 anni dalla riforma dei 92 Ato, solo 72 hanno provveduto ad affidare il servizio e l'acqua è ancora saldamente in mano pubblica. Ben 34 Ato hanno girato la gestione a realtà controllate al 100% da enti locali. In tredici casi è stata passata a società quotate ma a forte presenza pubblica come le multitutility e in altri dodici ad aziende miste pubblico-privato. Solo 6 Ato - di cui cinque in Sicilia - hanno consegnato le chiavi dei loro acquedotti (ma non la proprietà) interamente ai privati.
Nel prossimo post, vedremo cosa potrebbe accedere se non ci fosse di mezzo il referendum. Intanto, se volete saperne di più, visitate questo sito: Forum Italiano dei movimenti per l'acqua.

venerdì 6 maggio 2011

Zanardo all'opposizione!

E non veniteci a dire che a Villa Bartolomea non succede mai niente, nel nostro allegro comune in realtà ne succedono di tutti i colori.
Leggendo L'Arena di ieri, scopriamo infatti che il Consigliere Gianni Zanardo (PdL) è finito "a sua insaputa" sui banchi della minoranza.


Nell'ultima seduta del Consiglio Comunale infatti, il Consigliere Zanardo ha scoperto che la sua poltrona era stata spostata tra le fila dell'opposizione da una decisione "d'imperio" del Sindaco Bersan (PdL) e del Vicesindaco Faggion (Lega Nord), il tutto senza alcuna comunicazione o preavviso (una bella sorpresa insomma).


La decisione è stata presa dopo il manifestarsi di varie divergenze di vedute tra la maggioranza e lo stesso Zanardo che ne faceva parte, sull'Arena, il Vicesindaco Faggion dichiara: «ci siamo chiesti se non fosse arrivato il momento di estromettere dal nostro gruppo un consigliere che esprimeva da tempo idee contrarie. Si è trattato solo di trasferirlo di posto, perché, di fatto, si era già allontanato lui».

Zanardo, ovviamente, non l'ha presa bene e rivela: «Ho appreso del mio trasferimento solo a cose fatte e con un sms della minoranza». 
E inquadra la situazione nello scenario politico del comune di queste ultime settimane «un nuovo tentativo di aumentare le polemiche intorno a me, fomentate in questi giorni grazie ai volantini anonimi che qualcuno in paese si ostina a dire siano opera mia. Non solo ribadisco di essere estraneo alla vicenda, ma anche che mi piace usare il consiglio comunale per esprimere le mie idee e non volantini senza firma. Quanto al resto, è vero che da quasi due anni sono stato spesso in dissonanza con il resto del gruppo, ma solo per un fatto di  oscienza. La politica non c'entra. E l'avevo dichiarato fin da subito. Ora valuterò con calma la mia futura posizione. Magari sedendomi sui banchi di minoranza, così darò loro la soddisfazione di vedermi dall'altra parte»

Il consigliere della Lista Nuovo Progetto Luca Pradella ha criticato il modo e il metodo usato per il "trasferimento" del Consigliere Zanardo, mettendo anche in dubbio la sua regolarità, sembra infatti che l'azione compiuta dal Sindaco e dal suo Vice non rispetti i regolamenti di gestione del Consiglio Comunale.

Ci sa tanto che questa faccenda non si chiude qui...

Buon week end.

giovedì 5 maggio 2011

Quel Pasticciaccio Brutto della ZAI di Carpi - parte terza

E qui, concludiamo la vicenda sulla ZAI di Carpi di Villa Bartolomea. Nelle righe che seguono c'è il tristo epilogo della vicenda che se non altro, almeno mette la parola fine al pasticciaccio fatto dall'Amministrazione Bersan.


16/12/2010
la citazione della FC Consulting ha occupato l’amministrazione in una serie di cause per le quali non è possibile prevedere una conclusione a breve. Parte della Giunta Comunale (sono presenti 4 assessori su 7), con delibera 142, decide di riconoscere 200.000 € alla FC Consulting.

Esatto, avete capito bene.

Dopo aver fatto le ooportune valutazioni, il Sindaco Bersan ha deciso che era meglio fare un accordo transattivo con la FC Consulting versandogli DUECENTOMILA euro e restituendo i VENTIMILA che la FC Consulting aveva anticipato. Così facendo, almeno si è sbloccata la situazione e la lottizzazione può prendere il via ed incassare perciò i primi soldini.

Ma il Capogruppo di  Giuliano Rigo ha fatto notare: "...L’accordo con la Cogenest era stato già raggiunto nel 2008 e avrebbe permesso al comune di coprire tutte le spese sostenute per l’acquisto dei terreni, gli oneri di urbanizzazione e gli interessi passivi.
Solo il gravissimo dilettantismo di questa amministrazione, che ha provocato la citazione della FC Consulting, ha bloccato la vendita dei terreni per 3 anni, facendo in modo che si accumulassero interessi passivi per un valore vicino ai 2 milioni di euro, a cui vanno sommati i 200.000 € dell’accordo transattivo.
Inoltre, mentre la FC Consulting avrebbe pagato i lotti residui 28 €/mq, le ditte attualmente interessate non sarebbero disposte a spendere più della metà, con un mancato guadagno di almeno 3 milioni di euro!
Basta poco a fare le somme: questa amministrazione ha causato un danno al Comune di Villa Bartolomea che ammonta a più 5 milioni di euro, trasformando quello che avrebbe potuto essere l’affare del secolo in un patatrac!..."

Questo è tutto. Ci verrebbe anche la voglia di fare dell'ironia, ma in realtà tutta questa vicenda ci ha lasciati imbarazzati ed increduli. Amministrare una reltà come il Comune di Villa Bartolomea non è facile, ci vuole competenza ed una squadra affiatata, sopratutto nel futuro prossimo quando il Federalismo promosso dall'attuale Governo farà calare la sua scure sui già disastrati bilanci del nostro Comune.
A nostro avviso servono persone che si dimostrino più capaci e che sappiano condurre e pianificare la crescita dell'intero Comune e della sua collettività.
L'Amministrazione attuale, a parer nostro, non ci sembra adatta allo scopo.

mercoledì 4 maggio 2011

Quel Pasticciaccio Brutto della ZAI di Carpi - parte seconda

Sembra che questo riassuntino sulla vicenda della ZAI di Carpi di Villa Bartolomea abbia riscosso il vostro interesse, questo ci fa piacere perchè è segno di interesse e di attenzione verso le vicende che interessano il nostro territorio.
Possiamo perciò passare alla seconda parte del nostro racconto.

In data non non pervenutaci viene presentato dall' amministrazione Bersan il primo bando di assegnazione dei lotti. I costi unitari vanno dai 40 ai 100 €/mq, per un costo medio di circa 65 €/mq. Il comune prevede di incassare un totale di 17.722.550 €, con un utile stimato di circa 11 milioni di euro.

20/12/2007
il consiglio comunale, con i voti della sola maggioranza, approva la permuta di 14.500 mq di terreno compresi nella nuova ZAI di Carpi con il Consorzio agrario sito in via Bellini, della superficie complessiva di 8.179 mq (cf. deliberazione C.C. 57/2007). Secondo il bando vigente in quel periodo, il terreno ceduto al Consorzio aveva il valore di 100 €/mq, per complessivi 1.450.000 €.

14/02/2008
la Giunta Comunale, con delibera 22/08, assegna alla Cogenest i lotti 1-2-3 per un valore complessivo di 3.370.000 €. Con questa vendita il comune di Villa Bartolomea coprirebbe completamente tutti i costi di acquisto dei terreni, le opere di urbanizzazione e gli interessi accumulati fino a quel momento. Si stima che tutti gli altri 15 lotti, una volta venduti, comporterebbero un utile netto per il comune di almeno 8 milioni di euro.

05/06/2008
la giunta comunale fa prima scendere il costo dei terreni da permutare con il Consorzio da 100 a 65 €/mq (delibera G.C. 93/2008) e poi fissa il valore della permuta a 942.500 € (delibera G.C. 93/2008).

26/06/2008
la ditta FC Consulting esercita un’opzione onerosa del valore di 10.000 € per bloccare i terreni rimanenti in vista di un possibile acquisto. Il comune incassa l’assegno, impegnandosi in questo modo alla vendita a favore della FC Consulting.

08/07/2008
il comune emette un bando integrativo per la vendita dei lotti rimanenti, escludendo quindi quelli già venduti alla Cogenest e quelli oggetto di permuta con il Consorzio agrario. Il costo unitario scende da 65 €/mq a 28 €/mq, ma le opere di urbanizzazione diventano a carico dell’acquirente.

04/09/2008
la Giunta Comunale, con delibera 126/08, modifica l’assegnazione dei lotti alla Cogenest. Viene estratto dall’accordo il lotto 1 e vengono parzialmente modificati i lotti 2 e 3. La vendita frutterebbe complessivamente al comune 1.948.000 €. Questo non coprirebbe del tutto le spese effettuate dall’amministrazione per la ZAI di Carpi, ma il sindaco afferma comunque trionfalmente ai giornali che “lo sbilancio è risolto”

25/09/2008
La Giunta Comunale, con delibera 136/08, assegna alla FC Consulting i lotti “residui”. Il valore unitario dei lotti, da urbanizzare, è stabilito in 28 €/mq. L’incasso complessivo è stimato in 8.400.000 €.

22/10/2008
la FC Consulting cita il Comune di Villa Bartolomea, richiedendo 12.000.000 € a titolo di indennizzo, perché a suo parere il comune, assegnando i lotti 2 e 3 alla Cogenest, non ha rispettato gli accordi preliminari presi. La citazione non ha solo l’effetto di far sfumare un accordo che avrebbe portato un utile al comune di almeno 6 milioni di euro, ma soprattutto quello di bloccare completamente qualsiasi transazione riguardante i terreni della ZAI di Carpi, con l’esclusione dei terreni già assegnati al Consorzio.

05/11/2008
viene stipulato l’atto di permuta definitivo con il Consorzio, che comincia a costruire il nuovo edificio.

Ma anche per oggi, se non siete già informati, vi lasciamo con la suspence, domani completeremo lo svolgersi della vicenda corredato da alcune considerazioni.
Stay Tuned!

martedì 3 maggio 2011

Quel Pasticciaccio Brutto della ZAI di Carpi - parte prima

Pensiamo di farvi cosa gradita nel pubblicare una sintetica cronistoria di come è nata e si è evoluta l'affaire dei terreni sui quali sorgerà la ZAI di Carpi di Villabartolomea ( o d'Adige se lo preferite).
La pubblichiamo a puntate, così potrete leggerla e digerirla più comodamente. Non vi mancherà di notare come, nel corso degli eventi, una buona occasione sia stata sprecata per la cattiva gestione dell'affare. Tanto paga sempre Pantalone.

Andiamo a cominciar:

18/09/2003
la provincia di Verona sottoscrive tramite decreto un accordo di pianificazione coordinata con i comuni di Villa Bartolomea e Castagnaro, che prevede la creazione di una nuova zona artigianale industriale al confine tra i due comuni.

 Tra il 2003 e il 2004
vengono acquistati terreni agricoli al valore di 7,5 €/mq per un costo complessivo di circa 2.700.000€ . Il comune di Villa Bartolomea diventa proprietario di una zona, per il momento ancora agricola, di circa 300.000 mq.

12/05/2004
il comune di Villa Bartolomea trasmette alla Regione la proposta di Variante n°17, che prevede la trasformazione dell’area agricola appena acquisita in zona artigianale industriale, secondo quanto già concordato con la provincia.

Giugno 2004
le elezioni amministrative determinano la vittoria del gruppo “Liste unite per Romano”. Il gruppo “Nuovo Progetto”, che aveva amministrato nei 10 anni precedenti ed aveva fortemente spinto per la realizzazione della nuova zona industriale, siede ora sui banchi della minoranza.

23/05/2006
la Regione Veneto fa pervenire al comune di Villa Bartolomea le proprie osservazioni e proposte di modifica della variante 17. I tempi richiesti per l’attuazione della variante sono più lunghi del previsto, in quanto la Regione chiede che siano completate le zone artigianali già presenti prima di dare il via ad una nuova zona artigianale

 31/08/2006
il comune di Villa Bartolomea recepisce le osservazioni della Regione Veneto e co la delibera del Consiglio Comunale 27/2006 propone l’attuazione delle modifiche necessarie per l’attuazione della variante
28/03/2007
 la Regione, dopo 3 anni di attesa, finalmente approva la variante (argomento n° 162)

 Maggio 2007
si svolgono nuove elezioni amministrative. Diventa sindaco Luca Bersan, ancora del gruppo “Liste unite”

E qui finisce la prima parte.
Vi lasciamo la suspence per godervi la seconda parte della vicenda, ricca di colpi di scena e dichiarazioni roboanti.
Se rilevate imprecisioni, avete domande o commenti oppure avete da fare delle rettifiche o precisazioni su quanto scritto, LASCIATE UN COMMENTO a questo post. Troverete tutta la nostra attenzione.

lunedì 2 maggio 2011

FIORI AMARI? parte II

Ennesimo misterioso e criptico volantino del fantomatico comitato Villa in Fiore.

Rispetto al precedente, come potete vedere, è stato aggiunto il nome del megassessore Bertoldo rendendo la questione ancora più complicata, perchè noi, che stiamo seguendo le vicende dall'esterno, capiamo ancor meno di che cosa si stia parlando di preciso su questi foglietti.

Da ricordare che nel frattempo l'Amministrazione in carica ha già provveduto con una querela contro ignoti per tutelare la propria immagine, ma sopratutto per scoraggiare da questi insulti gratuiti.

A noi non piace questo sterile clima litigioso che si sta instaurando nella nostra comunità. Non vogliamo nemmeno entrare nei meriti di questo litigio che sembra una cosa interna al rapporto LEGA-PDL di Villa Bartolomea.

Non ci piace questo modo di lanciare accuse "alla cazzo" (perdonateci il francesismo) senza entrare nel merito delle questioni e sopratutto senza spiegarne le motivazione e le proprie ragioni.

Qualsiasi ubriacone da bar è capace di dire "Governo Ladro" o "Roma Ladrona" se preferite. Ma questa non è politica e nemmeno buona amministrazione, questi sono discorsi "da bar", per l'appunto, e dentro al bar devono restare.
Ci auspichiamo nei prossimi mesi un clima più sereno e costruttivo, sopratutto per il bene di tutti.